anni della sua vita, gli ultimi tre di essi nella
malattia.
Cinque anni fa è stata costretta a rimanere a
casa, da dove, quando e come ha potuto, ha continuato
a dare una mano come volontaria.
E nata nelle campagne del circondario bolognese il
10/10/1963 in una famiglia numerosa dove ha
imparato il senso della condivisione e del donarsi
agli altri, ed è deceduta il 26/01/2013.
Era sposata con una figlia. Colpita nel 2005 da
tumore al seno ha lottato per otto lunghi anni nella
speranza di guarire, ma non ce l’ha fatta.
“Sono passate poche settimane da quando ci hai lasciati e
sento la tua assenza come un silenzio assordante. Mi manchi
tanto, cara amica e compagna di viaggio. Ci conoscevamo
da quando eravamo ragazzine e in questi anni abbiamo
passato, come in ogni relazione vera, i nostri alti e bassi.
In questo ultimo periodo riuscivamo ancora a sdrammatizzare
la situazione tragica che tu stavi vivendo personalmente
e noi con te. Io ti cercavo, consapevole che avevo ben
poco da dire se non ascoltarti. Ma dopo un po’ che eravamo
al telefono, mi accorgevo che eri tu che ascoltavi me. Mi
chiedevi della mia famiglia, delle mie fatiche, dell’Opera.
Non hai mai smesso di interessarti agli altri perché li portavi
davvero nel cuore. Quando ti ho parlato della malattia di
padre Gabriele, con grande serenità hai detto: ‘Lui non
deve avere paura, Padre Marella si occuperà di lui’. Quanti
hai accolto in questi anni nella tua casa! Persone che venivano
per confortarti e si trovavano a confidarti le loro pene
e le loro fatiche e a ricevere il tuo conforto. E’ proprio vero
che quello che più ti ha tenuto in vita è stato il bene che
sapevi volere a quanti si avvicinavano a te, partecipando
alla loro esistenza.
Facevi tanta fatica a pregare e per questo chiedevi agli altri
di pregare per te e di non stancarsi. Anche a noi dell’ufficio
avevi chiesto di pregare Padre Marella e noi ogni giorno ti
abbiamo portato nella preghiera sulla sua tomba.
Amavi la verità e non sopportavi l’ipocrisia. Nella tua
vita ti sei trovata spesso in difficoltà a causa di ciò, ma questo
non ti ha mai fatta demordere dal tuo profondo desiderio
di verità. A volte per questo motivo arrivavi ad essere
anche assillante e pesante. Qualcuno non capiva, ma era
questa la vera ragione. Riconoscevi i tuoi limiti e quelli
altrui, li sapevi analizzare come nessun altro. Ma speravi
sempre nel cambiamento e ogni volta che vedevi in te o
negli altri il difetto, la mancanza, la debolezza, soffrivi
profondamente.
Eri molto esigente sia con te stessa, che con
gli altri, soprattutto con coloro che amavi. Avevi la capacità
di leggere quello che le persone avevano dentro e quando
non vedevi la sincerità ti indignavi.
Quante volte ti ho sgridato e alla fine ho dovuto ricredermi,
perché coglievi sempre nel segno! Ma allo stesso modo
vedevi la bontà, la disponibilità e comprendevi subito
quando, nonostante i limiti, c’era davvero del buono in una
persona. Hai sempre chiamato ogni cosa con il vero nome
che aveva e anche in questi lunghi otto anni di malattia hai
sempre guardato lontano, sapendo benissimo quello che ti
aspettava. Ci eravamo preparate insieme a questo momento,
ne parlavamo, a volte seriamente, a volte riuscivamo
perfino a riderne, ma non ne comprendevo davvero il significato.
Oggi mi trovo ad aspettare di sentirti in un qualche
modo e anche nella preghiera non sento la tua presenza, ma
questo è il tempo del silenzio, e sono certa che nulla andrà
perduto del bene che ci siamo volute.”
Anna
Cara Gabriella... eri carina, dolce, ma
soprattutto traspirava
la tua grande anima. Il Signore ti ha lasciato
poco
tra noi, ma un tempo sufficiente per apprezzare
le tue
nobili virtù. Speriamo vivamente di non
dimenticarle e
cerchiamo di ricordarci a vicenda nella
Comunione dei
Santi. Grazie per quello che ci hai donato,
grazie per il
grande lavoro e la grande passione che hai
dedicato alla
nostra Opera.
Padre
Gabriele Digani
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